Pubblicato il 22/8/2009
Tempo di primavera, tempo di sole , di desiderio di camminare e di vivere all’aria aperta e voglia di volersi immedesimare nella natura per ricercare se stessi e le proprie radici ,per uscire dalla gabbia del proprio io e per capire che tutto ciò che è altro siamo la stessa cosa. E il cammino ,diretto soprattutto verso i luoghi alti che fanno parte della nostra storia , della nostra comunità e della nostra fede, aiutano ad innalzarci spiritualmente e a rendere più salutare la nostra vita. E la chiesa rupestre di San Michele,il protettore dei luoghi e delle acque alte, è il luogo racchiuso nelle recondite cellule del sangue degli abitanti di Frasso Telesino,e non solo,che a queste profonde e non sempre utilizzate energie ricorrono nei casi di estremo bisogno per rialzarsi e ripartire. E la primavera è il momento per mettersi in cammino ,attraversando la zona magica e sacra submontana che comprende anche il santuario della Madonna della Libera, nella zona di Melizzano Vecchia, e il Santuario del Roseto nel territorio di Solopaca e arrivare lassù dove l’Angelo aspetta con il suo esercito alato.E’ questo un percorso agevole ed accessibile a tutti che conduce alla chiesa rupestre a quota 1162, partendo a piedi da Frasso Telesino a quota 364, con un dislivello di circa 800 metri.Tre ore di morbida camminata , ricca di ampi tornanti, con una vista panoramica su Melizzano,su tutta la valle telesina e più in alto su Frasso Telesino.Si parte dalla piazza del paese e , dopo aver bighellonato nello storico rione medioevale di Terravecchia, dove è possibile ammirare numerosi murales, ci si dirige con zaino,bastone e scarpe di montagna al cimitero.Da qui inizia una sterrata che va in direzione est e che passa vicino al santuario della Madonna della Libera,cara agli abitanti di Melizzano. E’ opportuno guardarla e visitarla perché è un tutt’uno con la roccia della montagna ed è stata restaurata.Si riprende la sterrata sempre in direzione est e, quando essa comincia a scendere per innestarsi sulla provinciale Frasso-Solopaca in prossimità di un agriturismo, bisogna girare a destra e salire per un sentiero che si mantiene a destra del Vallone Vellane, il vallone che si stringe e scende giù verso la zona della sorgente di San Vincenzo di Melizzano.
Il sentiero è ben visibile e più in alto,a circa 500 metri si innesta in una sterrata che bisogna percorrere sempre in direzione est. A circa 640 metri di quota la sterrata devia a sinistra verso il santuario del Roseto e a destra verso Pizzo del Piano.Il santuario è ben visibile e raggiungibile,se si vuole, in un quarto d’ora a piedi.Diversamente si gira a destra e si percorre la comoda sterrata che porta su con agevoli ed ampi tornanti.Solo al primo bivio che s’incontra non bisogna girare a sinistra,ma poi ai successivi bivi bisogna sempre girare a sinistra.E’ impossibile sbagliare anche perché si è guidati dai segnavia bianchi e rossi segnati con vernice sulle pietre dai soci di Solopaca del Club Alpino Italiano.Nella fase finale,la sterrata diventa sentiero comodo e accessibile perché continuamente tenuto in ordine dai cavalieri di Frasso e Melizzano che con i loro cavalli si spingono a San Michele e certe volte fino alla fontana della S.S.Trinità nella zona di Camposauro E’ gente simpatica e socievole che ama la natura allo stesso modo degli escursionisti.Lungo il percorso,a primavera,è possibile individuare piante di corniolo.Sono riconoscibili perché sono piante che fanno sbocciare prima i loro fiori gialli,simili alle mimose,e poi le foglie. I locali le chiamano crugnali e il legno è molto duro. I pastori se ne fanno dei bastoni con una estremità bitorzoluta chiamati “piroccole”.Si sale sempre e sotto è ben visibile la valle telesina con il fiume Calore e il lago di Telese con tutti suoi paesi e la zona del Matese con il Monte Mutria e la cima di Campitello.Si scollina a 940 metri nel pianoro erboso di Pizzo del Piano nel quale sono presenti due pannelli in metallo riflettenti onde elettromagnetiche invisibili.Da qui si vedono sotto i piedi dell’escusionista a strapiombo le abitazioni di Melizzano e di Frasso Telesino.Si percorre sempre in direzione est il manto erboso del pianoro che nel periodo primaverile è ricco di crochi e si incontrano greggi di ovini,mucche e cavalli al pascolo o ad abbeverarsi in un laghetto di acqua piovana.Qui nel prato è diffuso il veratro una erba tossica che gli animali non mangiano,mentre nel cielo è possibile osservare veleggiare poiane velocissime a cacciare piccoli animali che si muovono sul manto erboso.Certe volte è possibile anche vedere veleggiare parapendii guidati da esperti appassionati.Si continua a camminare sempre verso est seguendo la linea di cresta e dopo una leggera salita si arriva al piccolo pianoro dell’Orto di Michele,una volta coltivato, e subito dopo all’altro piccolo pianoro attrezzato con tavoli e panchine. Da qui si diparte una breve sterrata panoramica in direzione sud da cui si osserva Frasso e la gola di Prata.Il piccolo campanile con la sua campana preannuncia la chiesa rupestre dedicata a San Michele e essa dopo pochissimi minuti appare arroccata sotto la grande rupe in tutto il suo splendore.Ed è qui che a maggio e a settembre si ritrovano gli abitanti di Frasso per onorare la statua del Santo fatta con pietra del Gargano e per rafforzare il legame con se stessi e con il divino.Qui arriva anche la strada asfaltata che sale da Solopaca.Si può quindi da qui ridiscendere con una automobile precedentemente parcheggiata o ridiscendere a piedi a Frasso per l’antico sentiero delle 36 “storte” (tornanti).Ma questo ve lo racconteremo un’altra volta. Per rileggere questo testo e visionare l’itinerario arricchito da numerose fotografie collegarsi sul sito internet www.sanniodoc.com
Luigi Fucci
Da MOIFA’ Anno XIV, n° 2 (52) – Aprile 2008, p. 32